DISTURBO ALIMENTARE
L’approccio più efficace per il trattamento dei Disturbi Alimentari è quello multidisciplinare ed integrato, caratterizzato da un lavoro di equipe tra psicologo, nutrizionista, medico e altre figure professionali che risultano necessarie.
La terapia cognitivo-comportamentale considera la presenza di cognizioni (pensieri) errate o distorte come principale responsabile degli atteggiamenti e dei comportamenti anoressici e bulimici.
Prima Fase
Nella prima fase vengono date al paziente informazioni sul disturbo. Si mira alla riduzione delle abbuffate regolarizzando la frequenza, la composizione dei pasti e utilizzando attività alternative alle crisi bulimiche.
Seconda Fase
Nella seconda fase l’obiettivo è quello di migliorare la qualità e la quantità dell’alimentazione, affrontare il pensiero della dieta,riconoscere le situazioni a rischio e far pratica di esercizi di “soluzione di problemi” (problem solving).
Terza Fase
Nella terza fase vengono consolidati i risultati ottenuti e viene affrontato il tema della prevenzione delle ricadute.
Una tecnica molto utile è l’uso del diario alimentare (automonitoraggio), in cui vengono registrate dalla paziente modalità e quantità dell’alimentazione, successivamente analizzate e discusse con il terapeuta insieme alle emozioni e alle convinzioni legate al cibo.
Attraverso questa tecnica, le pazienti apprendono a riconoscere e ad affrontare situazioni e comportamenti a rischio.
Dopo che nelle fasi iniziali del trattamento ci siamo focalizzati soprattutto sulla gestione della fase “acuta” del Disturbo Alimentare (come ad es. lavorare sulla diminuzione degli episodi di digiuno, di vomito e/o di abuso lassativi e della frequenza delle crisi bulimiche), nelle fasi successive la terapia prevede di affrontare tutte le problematiche che presentano una connessione con il Disturbo Alimentare e, soprattutto, le difficoltà familiari e relazionali, lo sviluppo di una fragile autostima e le possibili cause che hanno favorito lo sviluppo del Disturbo Alimentare.